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Riabilitazione dell'incontinenza urinaria

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Incontinenza urinaria

L'incontinenza urinaria (IU) è definita dalla Società Internazionale Continenza (ICS) come perdita involontaria di urine. Rappresenta una condizione debilitante che crea angoscia in chi la subisce ed è sempre più prevalente in una popolazione, come quella occidentale, in cui l'età media è in continuo aumento. L'incontinenza urinaria, inoltre, impatta negativamente sulla qualità di vita, da un punto di vista sia fisico sia psicosociale, e si associa a implicazioni di natura economica di rilievo. 
L'incontinenza urinaria è una patologia frequente, che colpisce il 20% circa delle donne di età compresa tra i 19 e i 44 anni, il 25% di quelle di età compresa tra 45 e 64 anni e il 30% di quelle con età >65 anni. Molte di esse presentano incontinenza urinaria quotidiana (cioè almeno un episodio al giorno) e in un terzo dei casi l'incontinenza è anche più grave. Negli uomini, si stima che l'incontinenza urinariacolpisca il 10% circa dei soggetti ed è correlata il più delle volte ainfiammazione prostatica o a infezioni delle vie urinarie.

L'incontinenza urinaria si manifesta in presenza di un malfunzionamento nell'immagazzinamento dell'urina oppure, occasionalmente, nello svuotamento del tratto urinario inferiore. Possono coesistere disfunzioni dello sfintere uretrale o disfunzioni vescicali, e spesso è presente un meccanismo di compenso tale da non rendere immediatamente manifesto il problema. Ad esempio, durante il parto la donna può subire danni anatomici o funzionali che rimangono asintomatici per anni, fino a che non si instaura una perdita della funzionalità dello sfintere uretrale da invecchiamento.

I fattori di rischio che possono determinare la comparsa diincontinenza urinaria sono numerosi: nella donna, l'età, le gravidanze e il tipo di parto (vaginale), le infezioni delle vie urinarie, un diabete scarsamente controllato, la stipsi. Nell'uomo i principalifattori di rischio per incontinenza urinaria sono l'età, la presenza di sintomi irritativi delle basse vie urinarie (LUTS), la TURP, il diabete e alcune malformazioni congenite.
L'ICS suddivide l'incontinenza urinaria in: i) incontinenza urinaria da sforzo; II) incontinenza urinaria da urgenza; iii) incontinenza urinaria mista (da sforzo e da urgenza). L'incontinenza urinaria da sforzo si verifica quando la pressione vescicale supera quella uretrale in seguito a un aumento improvviso della pressione intra-addominale, per debolezza del pavimento pelvico o dello sfintere. I fattori di rischioper incontinenza urinaria da sforzo sono rappresentati dal parto, dall'involuzione dell'uretra post-menopausa, da complicanze della chirurgia pelvica o da traumi. L'incontinenza urinaria da urgenza è la conseguenza di un'iperattività del detrusore (neurogena o idiopatica) o da una sua ridotta compliance. I sintomi delle tre tipologie di incontinenza urinaria, in accordo con la definizione della Società Internazionale Continenza, sono riassunti nella tabella.

Tabella. I sintomi dell'incontinenza urinaria secondo la ICS

Incontinenza urinaria da sforzo

Perdita involontaria di urina durante uno sforzo, durante uno starnuto o un colpo di tosse

Incontinenza urinaria da urgenza

Perdita involontaria di urina accompagnata o immediatamente preceduta da urgenza (l'urgenza viene definita come un desiderio improvviso e irresistibile di urinare, difficile da posticipare)

Incontinenza urinaria mista

Perdita involontaria di urina associata a urgenza e sforzo, starnuto o colpo di tosse

 

La diagnosi di incontinenza urinaria è spesso basata esclusivamente sull'anamnesi: i sintomi da riempimento includono frequenza, nicturia, urgenza e incontinenza, mentre i sintomi da svuotamento includono esitazione minzionale, mitto povero o interrotto, sforzo minzionale e sgocciolamento terminale. È necessario valutare accuratamente: la frequenza con cui si manifestano gli episodi di incontinenza urinaria; l'eventuale uso di pannolini; il grado di fastidio; le circostanze in cui le perdite si verificano; il momento della giornata (o della notte); l'eventuale rapporto con l'assunzione di alcuni farmaci (diuretici, alfa-bloccanti); le abitudini del paziente e l'assunzione di liquidi. L'esame obiettivo del paziente si deve focalizzare su quegli organi che potrebbero essere implicati nella genesi dell'incontinenza urinaria, vale a dire che, dopo un'osservazione generale delle condizioni del paziente (capacità motorie, stato cognitivo, presenza di edemi periferici, stato generale), richiedono una valutazione dell'addome, un esame urologico e del pavimento pelvico. Allo scopo di escludere eventuali infezioni è possibile eseguire un esame delle urine con urinocoltura; l'ecografia permette invece di valutare ilvolume urinario residuo post-svuotamento. In pazienti con sospette difficoltà di svuotamento o neuropatie, con precedenti terapie non efficaci o nell'ipotesi di un intervento chirurgico, possono inoltre essere eseguiti la cistometria o altri studi di urodinamica.

Il trattamento dell'incontinenza urinaria, il cui scopo ultimo è quello di ridurre i sintomi e migliorare la qualità di vita, prevede un approccio medico o chirurgico. Un ruolo di primaria importanza è ricoperto da interventi non farmacologici finalizzati a modificare lo stile di vita del paziente (perdita di peso, attività fisica, riduzione del consumo di caffeina e dell'assunzione di liquidi), dagli esercizi di rinforzo del pavimento pelvico, dal training vescicale. L'approccio farmacologico prevede la somministrazione di molecole ad azione anticolinergica, di inibitori della ricaptazione di serotonina-noradrenalina e di antidepressivi triciclici. Se la sintomatologia non migliora, può invece diventare necessario un approccio chirurgico, che va dalle iniezioni intra-vescicali di tossina botulinica alla miomectomia del detrusore, all'accrescimento vescicale fino, come ultima risorsa, alla diversione urinaria del condotto ileale.


Bilbiografia

  • Santiagu SK, Arianayagam M, Wang A, Rashid P. Urinary incontinence-pathophysiology and management outline. Aust Fam Physician 2008;37(3):106-10.
  • Shamliyan TA, Wyman JF, Ping R, Wilt TJ, Kane RL. Male urinary incontinence: prevalence, risk factors, and preventive interventions. Rev Urol 2009;11(3):145-65; Medicina Interna di Netter, pag. 500-501.
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